Chi siamo


Rinascita Civica rappresenta nel nome e nel simbolo utilizzato una Rinascita che nasce dai Civis, cioè dai cittadini, una rinascita che arriva dal basso, come l’albero stilizzato che si erge dal terreno e non imposta dall’alto come avvenuto fino ad oggi con i partiti tradizionali.

Una rinascita pragmatica e scevra da ideologie ormai passate e divisive, che guarda solo al bene e al benessere dei cittadini.

Una rinascita che dovrà essere una grande rivoluzione conservatrice, non solo un cambiamento né un ritorno alla sua tradizione, ma una vera e propria rivoluzione conservatrice.

Rimini e i comuni della Provincia oltre che l’intera Regione Emilia Romagna hanno bisogno di una svolta radicale, un rinnovamento che è una rinascita vera nei metodi, nello stile, nei contenuti, negli assetti e nelle strutture pubbliche.

Rimini è stitica, asfittica, ha paura del nuovo e del futuro, una città che non fa figli e non fonda più nulla: è vecchia dentro, oltre che nelle strutture Comunali e nei suoi apparati. Una città ingessata nella burocrazia, soffocata dalla pressione fiscale, che scoraggia ogni tentativo imprenditoriale di rischiare ed è l’immagine dell’Italia, un paese ormai che non osa.

Ci vuole una rinascita che sia una vera rivoluzione, che parta dalle classi dirigenti, dai migliori e da chi fa, non dai servi e da chi non fa. Un paese vivo deve saper ripartire dalle sue migliori energie, deve saper partire dai meriti e dalle capacità deve porre il concetto di Meritocrazia sul gradino più alto.

Ma una città, come una Nazione, non si salva se rinnega sé stessa, la sua identità, la sua storia, la sua cultura, la sua tradizione, le bellezze che ha ricevuto in dono dal passato, l’esperienza delle generazioni precedenti. 

Per questo è necessario che tale Rivoluzione sia anche Conservatrice.

Una città dove i morti superano i nati, tra negozi chiusi, chiese chiuse, librerie chiuse, discoteche chiuse, imprese edili chiuse, fabbriche e fonderie chiuse non va da nessuna parte. 

Bisogna che Rimini riscopra il gusto e la passione di conservarsi, di avere memoria storica e sensibilità civile.

La rivoluzione che deve partire da una Rinascita Civica deve coincidere con la Conservazione.

Fare una rivoluzione demografica, rimettersi a far figli, rilanciare, tutelare e assistere le famiglie, ripopolare le campagne, incentivare il lavoro giovanile e femminile, rigenerare e dare sicurezza alla città sarebbe un investimento sul domani.

Una Rinascita civica che deve partire congiuntamente da una rivoluzione e da una conservazione, una rivoluzione conservatrice che rigeneri il senso di comunità.

È arrivato quindi il tempo per gli uomini e le donne di buona volontà di fare un passo avanti, di sporgersi di più, di rimettersi in gioco, di esigere e orientare una rinascita che parta da una rivoluzione conservatrice per non far spegnere la nostra comunità.